Listino 2023-10-10

Settimana dominata dall’attacco terroristico di Hamas contro Israele e dall’attesa della reazione di quest’ultimo. Quindi incertezza che si aggiunge a quella già presente da tempo. Sui mercati delle materie prime agricole l’effetto diretto è nullo mentre si vedrà cosa altro comporterà sugli energetici, già in movimento. Seduta milanese largamente orientata al ribasso, ma altrettanto significative sono le conferme mediante l’invariato. Primi ad essere fermi sono i grani teneri nazionali. Negli esteri invece si diversificano le dinamiche: a due lievi aumenti a vantaggio del solo minimo del comunitario panificabile e del non comunitario, che incorporano ambedue +1€/t, rimanendo uguali fra di loro, si contrappongono i cali dei grani nordamericani, -4€/t ( -1%), mantenendo anche in questo caso, immutati i rapporti interni. Nei grani duri nazionali, alla stabilità di quelli originari del Nord Italia, si oppone il calo di 5€/t di quelli Centro Sud, -1%. Stabili anche gli esteri. Immutati tutti gli sfarinati e larga parte dei sottoprodotti della macinazione. Fanno eccezione i farinacci, ambedue con -8€/t (-5% se di per il tenero, -6% se di duro, finali 165/167 e 134/136€/t) e la farinetta di duro (-5€/t; -2%). Nel granoturco i prodotti di origine nazionale non variano, differentemente da quelli esteri in cui il comunitario su camion, rilevato dal minimo, registra un altro dei pochi aumenti odierni, +2€/t (+1%), finale 225€/t), unitamente al +2€/t del non comunitario (+1%, finale 220€/t) in cui il massimo per merce partenza porto, invece cede 2€/t (-1%, finale 245€/t). Nel comparto dei derivati del mais le sole variazioni di oggi sono in riduzione e interessano glutine e farina glutinata con -10€/t entrambi, valore corrispondente rispettivamente a -1% e -4%, con finali 670/710 e 260/270€/t. Cedente anche il germe, -3€/t (-1%, finali 212/218€/t). Invariata anche larga parte dei cereali minori con l’eccezione dell’avena estera, altro raro caso di aumento con +5€/t (+2%, finali 300/305€/t), e del sorgo che ridimensiona le differenze qualitative registrando cali diversi: al minimo spettano -2€/t (-1%, finali 1+98/200€/t), al massimo -5€/t (-2%, finale 200€/t). Totalmente confermato sullo stato precedente il comparto biologico. Nei semi oleosi, l’aumento dei volumi scambiati porta a riposizionamenti delle voci del seme di soia nazionale in cui aumenta il minimo registrando +2€/t (+1%, finale 402€/t), e cala il massimo (-2€/t, -0,5%, finale 408€/t). immutati i semi esteri. Il mercato degli olii di semi si presenta allineato alla dinamica generale: invariati del solo olio di girasole stanno insieme alle riduzioni degli altri, sebbene su tutto domini la scarsità degli scambi cui fa eccezione l’olio di soia che ritraccia in scia agli energetici, scendendo di 75€/t (-8% se grezzo, -7% se raffinato). Rimane da capire se le recentissime turbolenze internazionali invertiranno questa tendenza anche se per il momento non sembrano esserci particolari reazioni. Il mercato dell’olio d’oliva e degli extra vergini rimane invariato, in equilibrio tra i dati che confermano una scarsa campagna e il forte calo dei consumi. Invariato e sola riduzione interessano panelli e farine di estrazione. In queste calano quella di colza (-3€/t; -1%, finali 330/333€/t), quella di girasole decorticato (-5€/t; -2%, finali 308/325€/t) e le farine di soia ma solo quelle nazionali che per effetto del 8€/t (-2%), odierno, si riavvicinano alle corrispondenti estere. Immutati i grassi animali e le farine di pesce. Nei foraggi i fieni cedono 5€/t (-3%), l’erba medica disidratata ne cede 10 (-3%) e il melasso 5 (-2%). Entrano in quotazione le carrube pellettate a 370/375 €/t. Comparto riso stabile nei risi lavorati e nei risoni in cui entrano in quotazione anche Baldo a 652/673€/t e Selenio a 400/432€/t. Nei sottoprodotti in calo farinaccio e pule (-5€t/; -2 e -3%), mentre aumenta la granaverde di 5€/t (+2%).