Listino 2024-01-02

QUOTAZIONI ALL’INGROSSO SULLA PIAZZA DI MILANO


Prezzi in €/t, esclusi imballaggio e IVA – merce sana, leale e mercantile, resa franco Milano – pronti consegna e pagamento – per vagone o autotreno o cisterna completi.

COMMENTO DELLA SEDUTA ODIERNA

Anno geopolitico iniziato col peggioramento: continua e si aggrava la guerra Russia vs Ucraina, col ventilato ulteriore coinvolgimento del Mar Nero e della Crimea; prosegue la risposta israeliana al massacro voluto da Hamas; entra in gioco il Mar Rosso con gli attacchi terroristici e la risposta occidentale; la Cina ribadisce la sua idea circa il futuro di Taiwan. I mercati vivacchiano perché il meteo asseconda le aspettative mentre le stime sui raccolti dell’altro emisfero ballano sia sulla soia (quanto sarà la produzione brasiliana, 155 o 161 milioni di tonnellate? E quella argentina? E le sue esportazioni?) che sul mais. Nel grano continua il predominio russo. Milano apre lasciando sul fondo la pressione delle festività ancora in corso che significano rallentamenti o sospensioni della produzione e scarsità di mezzi di trasporto. La seduta odierna è in sostanziale continuità con la precedente (19 dicembre): diffuso l’invariato; pochi gli aumenti ed ancor meno le riduzioni di prezzo, entrambi concentrati e concentrate in comparti altrimenti largamente invariati.  L’invariato riguarda totalmente questi comparti: frumenti e relativi sfarinati; cereali minori e sostitutivi; biologici; semi oleosi; panelli; grassi animali; farine di pesce; risoni, riso e suoi sottoprodotti. Le variazioni in aumento interessano i sottoprodotti della macinazione, l’intero comparto dell’olio di oliva, diffusamente le farine di estrazione. Il comparto del mais è l’unico in calo generalizzato, alimentare escluso. Il dettaglio degli aumenti: nei sottoprodotti della macinazione dei frumenti, i farinacci registrano +5€/t (+2,5%) senza distinzione per l’origine, confermando i rapporti di scambio fra le voci; idem i cruscami, +5€/t (+2,5%) e i cubettati, +2€/t (+1%). Invariati la farinetta di duro e il germe di grano tenero. Nelle farine di estrazione aumenti generalizzati ad eccezione del calo di quella di girasole decorticata, -8€/t (-2%, finali 360/364€/t). Quella di colza sale a 374/377€/t (+8€/t, +2%), quella di girasole integrale a 213/218€/t (+2%). Più rilevante l’aumento a due cifre delle farine di estrazione di soia: col +25€/t odierno per tutte le voci (+4,5% circa), queste si spostano decisamente nell’area di prezzo che le riporta vicine ai 600€/t, quota superata dal massimo della proteica nazionale. La normale nazionale quota 579/583, mantenendosi sopra quella estera (577/579€/t). Spiccano fra gli aumenti di oggi quelli dell’intero comparto dell’olio di oliva a conferma della situazione produttiva e commerciale dell’annata, caratterizzata dalla scarsità produttiva in Italia e Spagna, con conseguente apprezzamento anche del vergine e dei rettificati. L’Evo nazionale aumenta in misura inferiore a quanto registrato per l’Evo comunitario che così riduce ulteriormente il differenziale dal primo il cui +500€/t (+5,5), lo porta a 9.590/9.750€/t contro il +550€/t del secondo (+6,2%) con finali a 9.300/9.550€/t). L’Evo biologico registra +500€/t senza differenze (+5,3%), col massimo ad oltre 10mila€/t per l’Evo bio nazionale. Il prodotto nazionale trova apprezzamento nel vergine che aumenta di 700€/t (+8,8%), finali a 8.600/8.700€/t, a fronte del +500€/t del vergine comunitario, finali a 8.500/8.700 (+6%), ribaltando la situazione che lo vedeva quotato su valori inferiori. Rilevante l’aumento del rettificato, +650€/t (+8%), finali a 8.600/8.750€/t ma anche quello del sansa rettificato che col +400€/t (finali a 4.300/4.350), segna +10%. Le altre variazioni in calo si concentrano sulla farinetta di mais (-1€/t, -0,5%, finali 194/199€/t), sugli oli di soia (-30€/t sia nel grezzo (-3%, finali 920/930€/t) che nel raffinato (-2,7%, finali 1.070/1.080€/t) e su quello di palma (-20€/t). Come anticipato, il comparto del mais è l’unico in calo generalizzato, anche in questo caso in continuità col pregresso. I mais nazionali, alimentare escluso perché invariato, perdono 1€/t (-0,4%), con finali a 229/231€/t per il mais con caratteristiche e 224/226€/t per il mais contratto 103 base. Quelli esteri perdono invece 2€/t (-0,8%), scendendo a 235/238€/t il comunitario e 238 il non comunitario portuale. Di riflesso cala la farinetta di mais a 194/199€/t (-0,5%).