Listino 2024-01-09

QUOTAZIONI ALL’INGROSSO SULLA PIAZZA DI MILANO


Prezzi in €/t, esclusi imballaggio e IVA – merce sana, leale e mercantile, resa franco Milano – pronti consegna e pagamento – per vagone o autotreno o cisterna completi.

COMMENTO DELLA SEDUTA ODIERNA

Praticamente nulla di nuovo sui mercati internazionali: prevale, almeno per ora, un atteggiamento attendista/ribassista motivato dal meteo (sia mai che capitasse qualche eccesso di gelo o neve) e dallo scenario economico mondiale di incertezza fra il bellico (allargamento della crisi mediorientale) e i comportamenti della Cina e degli altri player, non ultimi i fondi. Petrolio in calo, mais e soia (biodiesel) ne subiscono gli effetti, grano sempre sotto la spinta di quello russo. La stasi potrebbe continuare? Mercato dei cereali di Milano oggi in larga continuità con la seduta precedente pur con dovute eccezioni. I grani teneri nazionali sono infatti tutti invariati come pure quelli esteri in cui si distingue solo lo statunitense che registra un lieve aumento (+0,5%, +2€/t, finali 378/380€/t). Stessa strada per tutti i grani duri e gli sfarinati. In continuità con la seduta precedente anche i sottoprodotti della macinazione che infatti segnano il passo con diffusi cali e una differenza. In quelli di tenero il farinaccio è invariato mentre i cruscami perdono 6€/t (-3%), con finali a 177/181€/t per il tritello e 169/171€/t per il cruschello. In quelli di duro la farinetta è invariata al pari del farinaccio che perciò si differenzia da quello di tenero. Comportamento uguale fra i cubettati che perdono 7€/t (-4%, finali 155/158€/t se di tenero e 157/158/t se di duro). Anche il mais mantiene la direzione, calante, con riduzioni di prezzo che oggi coinvolgono anche l’alimentare che scema di 2€/t (-0,8%, finali 258/268€/t). Maggiore il calo della granella nazionale a destinazione zootecnica: col -3€/t odierno (-1%), i finali scendono a 226/228€/t per il mais con caratteristiche e a 221/223€/t per il mais contratto 103 base. Ancor più pesante il calo dei mais esteri, in particolare se portuali. Il comunitario scende a 229/230€/t (-6€/t per il minimo su camion (-2,6%) e -8€/t per il portuale (-3,4%), il non comunitario a 230€/t (-3,4%), mantenendo la parità. I derivati del mais ne seguono la direzione con cali generalizzati delle quotazioni segnando -2€/t per la bramata (-0,4%, finali 551/576€/t), -3€/t per la farina integrale per mangimi, per lo  spezzato (-1% circa, finali rispettivamente 258/259€/t e 386,5/390€/t), per la farinetta (-1,5%, finali 191/196€/t), -5€/t per il solo minimo della farina glutinata (-2%; finale 240€/t) e -2€/t per il germe (-1%, finali 208/218€/t). In continuità la maggior parte dei cereali minori, invariati con due eccezioni: il calo, ampiamente differenziato dell’orzo comunitario e l’aumento del solo massimo dell’avena estera (+10€/t, +3%, finale 320€/t). L’orzo comunitario perde 2€/t nel minimo (su camion, -1%), riduzione che sale a -10€/t ( 4%), nel massimo (da magazzini interni, finale 235€/t).  Idem avviene nel comparto bio  generalmente invariato ad eccezione della soia bio feed che invece aumenta di 10€/t (+2%, finali 565/570€/t), non assecondando la tendenza della soia nazionale convenzionale il cui prezzo oggi è registrato in calo a 470/472€/t per la variazione di -5€/t (-1%). Fermi la soia estera e i semi tostati. Univocamente in calo i comparti degli oli di semi vegetali: il- 10€/t interessa quelli di girasole, di soia (entrambi sia grezzi che raffinati), e il palma, in media -1% fra tutti. Si distingue quello di arachide col -40€/t (-2%). Continua la crescita delle quotazioni dell’olio di oliva, questa volta con un lieve riequilibrio a favore dell’evo nazionale convenzionale. Questo infatti aumenta di 150€/t (+1,6%, finali 9.650/9.900€/t) contro +100€/t dell’Evo comunitario (+1%, finali 9.400/9.650€/t). Il rapporto si inverte nell’Evo bio: quello comunitario registra +200€/t (+2%, finali 9.800/10.150€/t), aumento che si riduce a +150€/t (+1,5%), per l’Evo bio nazionale (finali 9.950/10.350€/t). I vergini salgono di 200€/t (+2%), senza differenze d’origine e il rettificato di 250 (+3%, finale 8.850/8.900€/t). Stabile il sansa rettificato, più in collegamento con gli oli di semi. Panelli e farine di estrazione in diffusa riduzione di prezzo che non riguarda le sole farine di estrazione colza e di girasole integrale, invariate. Nei panelli spicca il -7€/t (-2%) di quello di germe di mais (finale 323€/t) mentre quello di lino scende di 3 nel minimo e di 5 nel massimo. Nelle farine i cali passano da -4€/t (-1%) per quella di girasole decorticato (finali 356/360€/t) a -10€/t (-2%) per quelle di soia che così nella normale si riportano nell’area prossima a 550€/t. Totalmente invariati i grassi animali. Nelle farine di pesce le variazioni odierne si differenziano fra i cali per importo e fra le voci per direzione. I cali interessano le estere in cui la peruviana cala di 60€/t (-3%), contro -50 della cilena (–2,4%). L’effetto della disparità è il riportare all’uguaglianza le quotazioni finali a 1.995/2.005€/t). La danese segue invece la direzione opposta aumentando di 40€/t (effetto maltempo, +2%), finali 2.430/2.455€/t. Nei foraggi uno dei pochi aumenti odierni è quello che interessa le polpe (+5€/t, +2%), salite a 270/274€/t. Settore riso in riflessione: se i sottoprodotti segnano l’invariato su tutti, i risoni evidenziano i cali di Roma (-48€/t, -8%, finali 529/577€/t) e Luna, Cl, Dardo (-48/t, -9%, finali 482/529) e una diffusa presenza della notazione “nominale”, apposta allorquando gli scambi sono irrilevanti in termini quantitativi pur caratterizzati da valori cedenti. Nei risi lavorati calano di 100€/t Roma (-6%, finali 1.470/1.520€/t) e Ribe (-6%, finali 1.455/1.525€/t, parboiled compreso (finali 1.545/1.625€/t); invariati gli altri