Listino 2024-01-23

QUOTAZIONI ALL’INGROSSO SULLA PIAZZA DI MILANO


Prezzi in €/t, esclusi imballaggio e IVA – merce sana, leale e mercantile, resa franco Milano – pronti consegna e pagamento – per vagone o autotreno o cisterna completi.

COMMENTO DELLA SEDUTA ODIERNA

Settimana internazionale in cui, sulle grandi piazze, mais e grano proseguono nella direzione ribassista/attendista mentre soia e olio sussultano per tensioni sull’olio fra cui l’apertura di un impianto di biodiesel in California. La disponibilità di farina di soia aumenterà anche per il ritorno dell’offerta argentina in attesa di quantificare con minor imprecisione, la produzione di soia del Brasile. Meteo, forse, favorevole in Brasile, meno in Argentina. In sostanza, pochi cambiamenti, cifre difformi sull’andamento dei raccolti in Sud America, significano volatilità. Dal Mar Rosso a metà gennaio sarebbe transitato il 40% in meno di grano, con possibili difficoltà per le esportazioni russe, soprattutto permanendo le difficoltà. Con oggi la struttura del listino di Milano viene aggiornata alle nuove esigenze del mercato: i comparti sono gli stessi ma al loro interno, alcune voci sono state eliminate perché riferite a merci di fatto non più commercializzate o prodotte, altre nuove sono state inserite oppure suddivise per accentuarne le caratteristiche distintive. Le voci di nuova introduzione oggi riportano il non quotato in modo da predisporre il mercato alla novità. Una modifica peculiare riguarda il seme di soia nazionale che viene quotato franco partenza Milano invece che franco arrivo Milano come rimasto per tutte le altre voci. Entrando nel dettaglio dei prezzi, la seduta odierna di Milano risulta più variegata, per interi settori che mutano di segno, e per singole voci entro il comparto. I grani teneri uniscono stabilità e riduzioni: nei teneri nazionali le voci calate sono il massimo del panificabile (-1€/t, -0,4%, finale 240) e l’altri usi (-2€/t, -1%, finali 222/224€/t), come larga parte dei cereali zootecnici. Nei teneri esteri a calare sono il comunitario panificabile (-2€/t; -1%; finali 240/242€/t), il comunitario di forza (-10€/t; -33%; finali 347-365€/t) che rimane comunque superiore significativamente al nazionale, e il non comunitario (-2€/t; -1%; finali 240/242€/t). Tornano a crescere i grani duri nazionali in cui tutte le voci registrano +5€/t (+1%). Si ritrova l’invariato nei duri esteri e negli sfarinati. Subiscono cali importanti i sottoprodotti della macinazione, subendo la pesantezza della domanda. In assoluto i cali sono a due cifre, con l’eccezione del -8€/t dei cubettati (-6%, con finali a 132/135€/t per il prodotto nazionale e 134/135 per quello estero). Diversi fra loro i cali dei farinacci: quello di tenero scende a 188/190€/t avendo perso 12€/t (-8%), quello di duro a 168/170€/t avendone persi 20 (-11%). I cruscami registrano -13 senza differenze per l’origine, con finali a 143/147€/t per tritello di tenero (-8%), 135/137 per le crusche (-9%).  Stabile a 241/245€/t la farinetta di duro. Il comparto mais da oggi vede entrare in rilevazione ma senza quotazioni, il mais alimentare di provenienza estera, perché spesso, in termini di prezzo, si è sovrapposto a quello nazionale, e vede uscire dalla lista il bioenergetico che diverrà componente di uno specifico settore dedicato alle materie prime vegetali a destinazione energetica (vedasi contratto nazionale 150 – biomasse). La pesantezza della domanda di mais permane e le quotazioni la rilevano con cali di 2€/t per le voci di origine nazionale (-1%) e lievemente superiori, -4 e -3€/t (>1%/2%) per quelle estere. Muta anche il listino dei derivati del mais, eliminando lo spezzato e suddividendo i distillati in due tipologie che hanno jn comune l’origine estera e diversa la materia prima, mais e grano. Ambedue sono non quotati oggi. Le farine di mais perdono 2€/t (<1% per la bramata, finale 544/569€/t; -1% per l’integrale per mangimi, finale 254/255€/t;-2% per la farinetta, finale 187/192€/t), calo che sale a -5€/t per la farina glutinata (2%, finali 230/245€/t). Invariate le altre voci. Le sole variazioni dei cereali minori interessano i cali dell’orzo comunitario, (-2€/t, -1%, finali 226/228) e del sorgo (-3€/t, -1%, finali 205/207) e l’aumento dell’avena estera (+20€/t, +6%, finali 335/340€/t), più ricercata. Nei proteici, il pisello viene suddiviso in due voci, evidenziando la differente origine /fra nazionale ed estero. Il nazionale completa le quotazioni col minimo a 350€/t  e l’invariato (360) del massimo. L’estero è non quotato.  Due sole voci mutate nel biologico: il massimo del grano duro, +5€/t, +1%, finale 430€/t, e la soia bio feed, +10€/t, +2%, finali 575/585€/t.  Nei semi di soia, il seme nazionale oggi vede il non quotato come interruzione della serie storica che fino alla giornata scorsa quotava franco Milano mentre dalla prossima settimana vedrà riportato il prezzo riferito al seme franco partenza Milano, unica voce così distinta. La soia estera vede il minimo perdere 15€/t (-3%, finale 470€/t) e il massimo perderne €/t (-1%, finale 500€/t). Stesso importo e tasso per i tostati (finali 910/930€/t). Il mercato degli olii di semi oscilla sulla parità con l’unica eccezione dell’olio di palma che subisce i contraccolpi delle tensioni sul mar Posso, principale strada di accesso per il prodotto sul mercato mediterraneo, e che quindi vede aumenti importanti (+50€/t, +4%) sulle quotazioni finali (1.400/1.450€/t). in salita anche gli oli di girasole, in misura ridotta (+15€/t, +1,8/1,5%) ed in discesa quelli di soia, in linea col resto del mondo (-10€/t, -1% medio).  Gli olii d’oliva, sia raffinati che extravergine e vergine subiscono una prima battuta d’arresto, con un mercato calante soprattutto a causa della scarsa domanda dovuta ai prezzi ancora molto sostenuti. L’Evo nazionale, convenzionale e bio, perde 100€/t contro 50€/t persi dal comunitario, vale a dire -1% contro -0,5%. Senza differenze i cali del vergine (-50€/t, -0,6%). Perde maggiormente il rettificato (-100€/t, -1%). Stabile il rettificato, come nella seduta scorsa. Nei derivati dell’estrazione, le variazioni di prezzo riguardano il minimo del panello di lino, calato di -5€/t, -1%, la farina di colza, aumentata di 2€/t (+1%) e le farine di girasole, in calo differenziato fra il -6€/t (-3%) dell’integrale (finali 199/201€/t) e il 2€/t (-1%) della decorticata. Stabili le farine di soia a cui sono state affiancate, oggi senza quotazioni, le decorticate alto proteiche, 48% di proteine sulla sostanza secca, nella duplice variante per la provenienza nazionale o estera. In aumento di 10€/t tutti i grassi animali (+1% medio). In calo di 15€/t tutte le farine di pesce (-0,7% medio). Ferme le mediche disidratate, in calo le polpe (-2€/t, -1%) e i fieni (-3€/t, -2%.). Modificata la voce paglia fra quella da lettiera e quella alimentare, ambedue oggi non quotate, e inserita, ugualmente non quotato stante la nuova introduzione, il seme di cotone. Stabile il settore riso, confermando le quotazioni di partenza. Anche questo settore vedrà prossimamente ritornare in auge le rese alla lavorazione.