Listino 2024-02-20

QUOTAZIONI ALL’INGROSSO SULLA PIAZZA DI MILANO


Prezzi in €/t, esclusi imballaggio e IVA – merce sana, leale e mercantile, resa franco Milano – pronti consegna e pagamento – per vagone o autotreno o cisterna completi.

COMMENTO DELLA SEDUTA ODIERNA

Aumenta la pressione sulla Russia a seguito della morte in prigione, di Navalny, oppositore antiputiniano. In Medio Oriente nessuno spiraglio di trattativa mentre il calendario scorre verso la scadenza dell’ultimatum di Israele che chiede la liberazione degli ostaggi per quanto ancora vivi e nelle tane di Hamas. Settimana di mercati conclusa in un quadro dominato dalla consistenza delle produzioni e delle scorte (mais e soia Usa, Sud America e resto del mondo), dalla spinta dell’offerta russa e dalle conseguenti difficoltà a piazzare grano da parte della Ue e dell’Ucraina, e dai dubbi sulla dinamica dell’economia cinese. Clima ribassista, con rimbalzi (es. soia) presumibilmente episodici. Ieri CBOT chiuso (President day) e Matif a picco. A Milano oggi domina il calo, variazione pressoché unanime. Nei grani teneri nazionali si conferma il premio alla qualità mediante cali inferiori a quelli delle voci meno qualificate. Il di forza e il panificabile superiore cedono 2€/t (-1%), con finali a 333/348 e 268/274€/t. Le altre voci food cedono 4€/t (-2%) con finali a 231/234 per il panificabile e 222/223 per il biscottiero. Più pesante il cedimento dell’altri usi: -5€/t con finali a 213/214€/t. Lungo la stessa direzione ma più elevato, il calo dei frumenti teneri esteri, in cui costituisce eccezione l’invariato del grano statunitense. In questo comparto la logica del premio alla qualità si ribalta, almeno oggi, col comunitario di forza che perde 10€/t (-3%), finali 332/350€/t, contro i -7€/t persi dal comunitario panificabile (-3%, finali 228/230€/t), dal comunitario panificabile superiore (-2%, finali 280/283€/t) e dal non comunitario (-3%, finali 228/230€/t). Il canadese è il solo fra i nordamericani, a variare cedendo 5€/t (-1%), posizionandosi a 365/367€/t. Cede ancora, ed in blocco omogeneo, l’intero settore del grano duro, senza distinzione per l’origine: per tutti -5€/t, -1% medio. Uguale direzione per gli sfarinati. In cessione più pesante quelli di duro che fino alla farina per panificazione perdono 10€/t (da -1% a -2% secondo la voce) che invece registra solo -5€/t (-1%, finali 341/346€/t). Gli sfarinati di tenero cedono tutti -5€/t (-1%). Pausa per i sottoprodotti della macinazione, invariati alle quotazioni della settimana scorsa, con la sola eccezione dei cubettati: ambedue scemano di 2€/t (-2%), con finali a 126/129 per il nazionale e 128/129€/t per l’estero. Integrale il calo del comparto del mais, con variazioni che nelle granelle zootecniche vanno da segnaletiche (-1€/t, <1% per il minimo del comunitario arrivo camion, finale 215€/t) a più incidenti. Infatti, i mais nazionali cedono 4€/t (-2%), con finali a 214/216/€/t per quello con caratteristiche e 209/211€/t per il mais contratto 103 base. Minore la pressione registrata nei mais esteri: quello comunitario scende a 215/217€/t per effetto del -1€/t sul minimo camion arrivo e del -3€/t sul magazzini interni (<1% medio) e del -3€/t per il minimo del non comunitario (-1%), camion arrivo Serbia la cui diminuzione sale a -5€/t (-2%) per il portuale, finale 215€/t. I mais alimentari cedono 5€/t con un riallineamento interno alle quotazioni del mais alimentare estero. In questo, il massimo perde 10€/t, riducendo il differenziale rispetto al suo minimo (245 vs 240€/t) e avvicinandosi al minimo dell’alimentare nazionale, oggi sceso a 244€/t. Cedono tutti i derivati della lavorazione del mais, ad eccezione del glutine, oggi non quotato per mancanza di affari, e della farina glutinata, invariata a 225/240€/t. Il cedimento in assoluto maggiore è quello della farina bramata, -5€/t (-1%, finali 535/560€/t) ma il -4€/t della farina integrale per mangimi corrisponde a -2% (finali 246/247€/t). da -3€/t a -4€/t il calo della farinetta e del germe di mais (circa -2%). Segno meno per il comparto dei cereali minori con la sola eccezione delle avene invariate. Questa settimana calano anche gli orzi nazionali oltre al comunitario: i primi cedono 2€/t (-1%, finali per il pesante a 205/217€/t), il secondo ne cede 5 (-2%, finali 218/220€/t). Triticale e sorgo scemano di 3€/t (-1%). Invariato l’intero comparto del biologico. Ritroviamo il calo nei semi oleosi: per tutti -1% che si tramuta in -3€/t per la soia nazionale franco partenza Milano (finali 442/447€/t) e in -5 per la soia estera (finali 458/472€/t) per i semi tostati. Anche in virtù degli acquisti già fatti, l’offerta di soia è ampia. Il mercato degli olii di semi vede solo minime variazioni con l’eccezione dell’olio di soia che ritraccia per limare il differenziale con il prezzo dell’olio di girasole che continua a sottrargli quote di mercato. L’olio di soia oggi cede 40€/t (-5% nel grezzo e -4% nel raffinato, posizionato a 1.030/1.040€/t) contro -10€/t ceduti dal raffinato di girasole (-1%, finali 990/1.000€/t). L’offerta di merce dall’est Europa sembra essere aumentata dopo che alcuni paesi asiatici hanno spostato parte degli acquisti dal mar Nero all’Argentina per evitare i rischi geopolitici e gli aumenti di costo dei trasporti sul mar Rosso. Il mercato dell’olio d’oliva non registra variazioni in una settimana pressoché priva di scambi. Dopo i dati di export spagnolo il mercato cerca di orientarsi tra la scarsa disponibilità e la mancanza di domanda. In cessione l’intero comparto dei prodotti di estrazione dei semi oleosi, con la sola eccezione dell’invariato della farina di girasole integrale. Il mercato ha modificato i rapporti fra le provenienze, attraverso riduzioni di prezzo differenti: le farine nazionali hanno ceduto tutte 10€/t (-2%) contro -13€/t ceduti da quelle estere (-2%) che aumentano la pressione sulle prime. Grassi animali, farine di pesce e foraggi tutti invariati. Nel settore riso, sottoprodotti deboli con vendite ridotte sia pure a prezzi in ribasso (-5€/t tranne per granaverde e lolla, invariate). Risoni stabili con l’eccezione dei similari del Carnaroli ove la disponibilità ha giocato a sfavore del prezzo, sceso a 480€/t (-4%) e, viceversa del Vialone nano in cui la contrazione dell’offerta ha portato a quotazioni cresciute a 990/1.100€/t (+40€/t, +4%). Mercato del riso lavorato che in misura più accentuata in valuta, registra il ribasso del Carnaroli a 1.510/1.560€/t (-3%) e l’invariato del Vialone nano su quotazioni già a massimi livelli.