Listino 2023-06-20

Solstizio d’estate, passaggio di testimone fra le campagne, stime e previsioni che si rincorrono. Il meteo guadagna peso tra i fattori determinanti del mercato. Sempre più vicina la scadenza dell’accordo sul Mar Nero con la Russia che minaccia il mancato rinnovo. La Cina mantiene la sua linea: comprare senza avvantaggiare gli Usa. Milano marca il passaggio di campagna registrando il non quotato per tutti i frumenti, segnale di attesa delle prossime raccolte, clima permettendo. Restano quotati ma invariati gli esteri. Cedono i sottoprodotti ed in misura vistosa: -18 (-9,5%) i cruscami indistinti per l’origine, -9 e -12 i farinacci, rispettivamente di tenero (-4%) e di duro (-5,7%), ma anche la farinetta di duro (-5; -1,7%) e i cubettati (-10; -5%). Il mais inverte la direzione sia del mercato di oggi che quella sinora seguita dal comparto, registrando aumenti differenti: i nazionali zootecnici guadagnano 2€/t (+0,8%) che salgono a 4 nei comunitari (+1,5%) e +5 e +8 nei non comunitari (oltre +2%). Invariato l’alimentare, nazionale. I derivati zootecnici  incorporano i 2 euro di aumento (+0,7% per la farina integrale e +0,5% per lo spezzato). Prosegue l’aggiustamento al ribasso del glutine che coi -25 odierni, scende sotto 900 nel minimo. L’affacciarsi della campagna 2023/24 lo segnalano le prime quotazioni dell’orzo nazionale: quello leggero a 170 nel solo minimo, quello pesante a 190 nel solo massimo. Ne risente il comunitario il cui minimo cala di 15 (-6%) contro il -10 del massimo (-3,9%). I pochi biologici rilevati confermano le quotazioni della settimana scorsa. Ben diverso l’andamento dei semi oleosi, in netto aumento: per tutti il 5%, che trasformato nel valore, diventa +23 per il seme nazionale, +25 per gli altri. Si modificano i rapporti di forza col massimo del nazionale superato dal minimo dell’estero (463 vs 465) il cui massimo torna a lambire quota 500€/t.

Dopo mesi di riposizionamento, il mercato degli olii di semi cerca il rimbalzo con aumenti sostanziali diffusi su tutti i prodotti. L’olio di soia, +25 grezzo e raffinato (+6,8% e +5,8%), guida il rialzo a causa di previsioni di piogge più scarse in Nord America e richieste importanti per biofuel. L’olio di girasole (+60 ambedue, +7%  il grezzo e +6% il raffinato) cerca di chiudere il differenziale di prezzo insostenibile che si era creato con quello di  soia, ma rimane tuttora fortemente a sconto sui prodotti alternativi. Per quanto riguarda il mercato degli olii di oliva si assiste ad un’altra settimana di tensione con scarsa offerta e prezzi in rialzo principalmente dovuti ai dati sull’export spagnolo che ha mantenuto livelli importanti nonostante gli alti prezzi che facevano presagire un calo di consumi più marcato. L’Evo nazionale registra +300 (+4,4%), varcando quota 7000, prima appannaggio solo del massimo. E’ un aumento più marcato di quelli registrati dal comunitario, +100 il minimo (+1,6%) e +200 il massimo (+3%). Anche nell’Evo biologico il prodotto nazionale aumenta in misura maggiore, +300 contro +200 (+4% contro +3%).  Cedono i panelli ma non la farina di estrazione di soia con un aumento quasi più segnaletico che effettivo, +5 €/t, +1%). Stabili i grassi animali e le farine di pesce cilena e peruviana mentre la danese prende 30€/t, (+1,3%), distanziandosi ulteriormente. Nei foraggi le erbe mediche registrano aumenti di dieci €/t, +3%, che nello sfarinato scendono a 5. Nel maggengo si sono riposizionati i prezzi (oltre 200€/t) per effetto di aumenti differenti per il minimo (+20, +11%) e per il massimo (+10, +4,5%). In calo le bucce di soia. Nel riso, all’equilibrio dei sottoprodotti, tutti invariati, si contrappone il pesante calo delle varietà di risone che soffrono di ridotta o mancante domanda. Le riduzioni sono tutte a due cifre con la decina del -50€/t prevalente (Volano Arborio, Roma, Luna CL, Dardo e similari, Selenio) sul -60 (Carnaroli e similari), -40 (Sole), -30 (Loto e Nembo), -20 (Balilla e Centauro). Secondo i casi, si va da -5 a -11%. Cali conseguenti ed altrettanto importanti nei risi lavorati: -100 Arborio e Roma, -80 Ribe anche parboiled, -120 Carnaroli.