Listino 2023-09-26

Mercato di Milano successivo ad una settimana internazionale in cui l’Usda di settembre non ha modificato sostanzialmente i dati di lungo periodo con gli operatori in attesa del rapporto Wasde di ottobre e dell’aggiornamento di quello sulle scorte Usa. La Ue deve trovare un nuovo punto di convergenza sulle esportazioni dall’Ucraina fra le diverse posizioni di Polonia, Ungheria, Slovacchia, Bulgaria, Romania. I carichi dall’Ucraina si muovono sebbene la Russia attacchi le strutture logistiche, specialmente i porti, e i costi assicurativi aumentino. Alle richieste dei paesi importatori la Russia risponde usando la leva “ribasso dei prezzi”. Ininfluente sull’agricoltura, la presa di possesso del Nagorno-KarabakhI da parte dell’Azerbaigian riapre un tassello di crisi sinora dimenticato a covare sotto la cenere.  Sul settore agroalimentare continuano a pesare anche i trasporti che restano problematici. I balzi del petrolio aumentano i timori degli agricoltori circa la redditività delle coltivazioni, sia adesso che la raccolta di mais, girasole, soia, riso è avviata o poco ci manca, sia sulle nuove semine. Nella seduta odierna di Milano spicca la stabilità del settore grano: l’invariato è registrato per grani teneri, grani duri, sfarinati e sottoprodotti. Una sola eccezione, il calo dei farinacci: -4€/t per ambedue, con riduzioni a 178/180 per quello di tenero (-2%) e 146/148 (-3%) per quello di duro. In calo il mais, ma anche in questo caso con qualche eccezione a favore dell’invariato che troviamo prima nel minimo dell’alimentare (il cui massimo registra -10€/t, -3%), e poi nel mais comunitario, confermato a 222/238€/t (camion/portuale). Le altre granelle di mais nazionale calano omogeneamente di 2€/t (-1%), lasciando invariati i rapporti di sostituzione fra le differenti qualità: quello con caratteristiche scende a 211/223 e quello contratto 103 base a 216/218€/t. Cede pure il non comunitario, -5€/t (-2%) sul minimo per la presenza di camion dalla Serbia (finale 215€/t), e -2€/t sul massimo (-1%), portuale. L’effetto di questi cali si riverbera sui derivati, alimentare a parte, invariato. Gli altri derivati perdono da -2€/t nel caso di farina per mangime, spezzato (-0,2/-0,5%) , a -4/-5 nel caso di farina glutinata e farinetta (-2%), passando per il -3€/t del germe (-1,5). Continua la fatica del glutine, evidenziata dal -20€/t (-3%, finali 609/730€/t). Quasi totalmente invariato il comparto dei cereali minori salvo il solo aumento del minimo dell’orzo leggero, +4€/t. Più movimentata e in aumento, la dinamica del biologico nazionale in cui i grani registrano tutti +5€/t che significa per il tenero bio + 2% e arrivare a 250 (feed) e 280 (food), e per il duro bio +1%, arrivando a 395 per il buono-mercantile e 430 per li fino. Il mais bio completa la presenza sul mercato con l’entrata in quotazione anche del massimo, relativo al food, a 300€/t. Fermo l’orzo bio e non quotati risoni e soia. Nei semi di soia, rimane non quotata la nazionale perché le prime movimentazioni non raggiungono ancora volumi significativi. Nelle soie estere, calo a due cifre del mimino del seme, -20€/t (-4%) mentre il massimo esce di quotazione per mancanza di affari; calano anche i semi tostati, -10€/t (-2%). Negli oli vegetali, il mercato dell’olio di girasole sembra aver trovato un equilibrio sintetizzato dall’invariato, rimanendo comunque estremamente competitivo rispetto a tutti gli altri olii vegetali.  Infatti, soia e palma ne subiscono la pressione ritracciando leggermente mediante cali di 20€/t per quello di soia (-2% il grezzo e qualcosa meno il raffinato), e più pesante, 50€/t, per quello di palma (-3%). Il comparto dell’olio d’oliva invece sembrerebbe aver raggiunto i massimi e il calo sensibile della domanda inizia a mettere i prezzi sotto pressione favorendo lievi riposizionamenti. Nell’Evo convenzionale cala di 100€/t (-1%), il comunitario che si riallontana di tale importo dall’Evo nazionale, invariato. Diminuzione di pari importo registrata per tutte le altre voci fino al sansa rettificato, invariato. Diversificata la dinamica fra panelli e farine di estrazione. I panelli cedono tutti e nelle farine cedono solo quelle di girasole (-5/6€/t; -2% circa). Le farine di soia invece seguono la direzione opposta ma con differenti velocità. Nella normale 44, la nazionale aumenta di 5€/t (+1%), più domandata con finali a 514/518€/t, e l’estera registra +3€/t (+0,6%) con finali 504/506€/t. La proteica sale in misura uguale fra le provenienze, +7€/t (+1,4%). In aumento tutti i grassi, +5€/t (+0,5% circa), e nelle farine, ancora la peruviana e la cilena (+20€/t; +1%). Stabile la danese.  Del tutto stabili i foraggi. Nel settore riso continua l’atteggiamento di attesa del nuovo raccolto: la domanda è pressoché assente e comunque attenta ai prezzi eccessivi. Variati solo i sottoprodotti: in lieve aumento le rotture, tutte di 5€/t pari a incrementi dall’1 al 2% (quest’ultimo nella granaverde); fermi i cruscami mentre cala decisamente la lolla, -18% avendo registrato -25€/t. Debole anche la domanda energetica. Ancora totalmente assente il nuovo raccolto per cui risoni rimangono non quotati mentre i risi lavorati sono invariati alle quotazioni delle settimane addietro.