Listino 2023-12-05

Su queste settimane internazionali proseguono il peso del clima, sfavorevole in ambedue gli emisferi, le posizioni dei fondi (esposte su grano e mais, lunghi sulla soia), le festività che riducono i giorni lavorativi. Importante, ma non è una novità, il comportamento della Cina, acquirente di grano statunitense mentre quello comunitario, cioè francese, recupera competitività nei confronti di quello russo, in difficoltà logistiche causa freddo e ghiaccio. Noli in aumento. Milano prosegue sulla linea della prevalenza della stabilità o di specifiche limitate variazioni di interi comparti (cereali diversi dal riso, anch’esso totalmente invariato, sfarinati, prodotti biologici, grassi animali, farine di pesce). Grani teneri e grani duri nazionali, perciò, rimasti alle quotazioni di apertura. Nei teneri esteri variano in aumento solo i nordamericani, entrambi di 2€/t (+1%), finali 386/388€/t per il canadese e 376/388€/t per lo statunitense, confermando il rapporto di scambio fra le due origini. In aumento invece i sottoprodotti della macinazione con la sola eccezione della farinetta di duro, invariata. Differisce l’aumento dei farinacci: quello di tenero sale di 7€/t (+4%), quello di duro di 10€/t (+6%), riducendo ulteriormente il differenziale dal primo. I finali sono 195/197€/t per il tenero e 187/189€/t. Tritelli e cruschelli aumentano di 8€/t (+5%), i cubettati di 5€/t (+3%), senza distinzione per l’origine. Largamente immutato il comparto mais in cui varia solo il non comunitario portuale che cede 2€/t (-1%), portandosi a 244€/t, stessa quotazione del massimo del comunitario. I derivati del mais segnano lo stesso passo con la rilevante eccezione del glutine, in aumento di 100€/t (+12%), per la ridotta disponibilità di prodotto nazionale. Poche le variazioni e solo in aumento nei cereali minori: di 2€/t sale l’orzo comunitario nel massimo (245€/t), per prodotto proveniente da magazzini interni; di 5€/t sale il sorgo portandosi a 213/215€/t (+2%). Totalmente invariato il comparto bio. Nei semi oleosi alla stabilità della soia nazionale fanno fronte lievi aumenti: nella soia estera il minimo registra +2€/t (+0,4%, finale 485€/t) e ritorna in quotazione il massimo, per prodotto disponibile al porto, a 505€/t. Anche nei semi tostati sale solo il minimo, ugualmente di 2€/t (+0,4%). Il mercato degli olii di semi è prevalentemente e leggermente in ribasso per effetto sia di una lieve discesa dei grezzi all’origine sia della scarsa domanda di prodotti raffinati con gli operatori concentrati sul mondo degli olii d’oliva. Le variazione degli oli di semi comprendono il -5€/t per quello di soia (-0,5%/-0,4% greggio e raffinato), -10€/t (-1%) per il girasole, -20€/t per il raffinato di arachide (-1%). Di segno opposto e leggermente superiore la variazione del palma, aumentato di 30€/t (+2%). Ben più rilevanti gli aumenti dell’olio di oliva: extra vergine, vergine e oliva raffinato subiscono un’impennata di che li riporta sui massimi. Contribuiscono all’aumento la scarsa disponibilità di prodotto (rese basse), una campagna che non è ancora entrata nel vivo e la scarsa disponibilità di prodotto spagnolo a causa anche del calendario delle festività. La mancanza di offerta unita alle limitatissime riserve presso gli operatori che si aspettavano invece forti ribassi ha portato ad aumenti dettati anche dalla paura di rimanere senza prodotto sotto Natale. L’Evo nazionale torna ad aumentare il differenziale sul comunitario: l’aumento odierno, 500€/t (+6%), è infatti superiore a quello del comunitario, +400€/t (+5%), con finali rispettivamente a 8.800/9.050€/t e 8.550/8.800€/t. Stessa dinamica ed entità degli aumenti per l’Evo biologico, con finali a 9.100/9.500€/t per il nazionale e 8.750/9.250€/t per il comunitario. Il vergine aumenta alla pari (+200€/t, +3%) e aumentano anche il rettificato (+400€/t, +6%) e il sansa (+100€/t, +3%), in linea con la situazione del comparto. Panelli stabili e farine diversificate fra quelle di girasole, diversificate fra loro, e quelle di soia. Nel girasole aumentano le integrali (+5€/t, +3%, finali 198/200€/t), cala il massimo delle decorticate (-3€/t, -1%, finale 382€/t), per un’offerta ampiamente differenziata per caratteristiche e modi. Quelle di soia cedono tutte 25€/t, -4%. Già anticipata la stabilità dei grassi e delle farine e di larga parte dei foraggi. In questi ultimi si diversificano alcuni prodotti di medica: cedono il massimo della disidrata di seconda qualità (-10€/t, -4%), lo sfarinato (-3€/t, -2%), aumenta il massimo della medica in balloni (+10€/t, +3%). Cedono anche le bucce di soia, -1% (-3€/t). Mercato del risone sempre bloccato: scarso l’interesse delle riserie all’acquisto, degli agricoltori alla vendita. Scambi di modestissima entità, irrilevante sulle quotazioni. Risi lavorati anch’essi invariati come i sottoprodotti.