Listino 2024-03-19

QUOTAZIONI ALL’INGROSSO SULLA PIAZZA DI MILANO


Prezzi in €/t, esclusi imballaggio e IVA – merce sana, leale e mercantile, resa franco Milano – pronti consegna e pagamento – per vagone o autotreno o cisterna completi.

COMMENTO DELLA SEDUTA ODIERNA

Attese e aspettative sui mercati internazionali, sostanzialmente in continuità con la direzione intrapresa da qualche settimana: merce disponibile, meteo variabile attorno al suo andare, fondi corti, in attesa di lumi sul futuro, specie nell’altro emisfero. Offerta consistente e domanda renitente e ondivaga, vedasi dapprima i rumors circa eventuali acquisti cinesi di grano, succeduti dalle notizie circa l’effettivo ritrarsi. Intanto il tempo passa, i silos per alcuni corrono il rischio di rimanere pieni. L’agricoltore comunitario fatica a decidere il prossimo da farsi ma non è solo: arriveranno i dati sulle intenzioni di semina dei farmer statunitensi. Saranno altri numeri che aumenteranno le incertezze? Certa invece è ancora la posizione dominatrice della Russia sul grano, probabilmente ancor più aggravata dal plebiscito elettorale a vantaggio di Putin. A Milano non manca qualche rimbalzo come sul mais. Frumenti teneri nazionali polarizzati sul calo del di forza (-3€/t, -1%, finali 324/340€/t), per cui la richiesta di qualità si è attenuata, e del duetto biscottiero e altri usi, -1€/t (<1%), finali rispettivamente a 213/214 e 203/204€/t. Teneri esteri ove solo lo statunitense, difficilmente reperibile, incamera +10€/t (+3%, finali 377/379€/t). Continua la pesantezza del grano duro, puntualmente registrata dai mercati con -10€/t indistinti su tutte le voci (da-3% a -4%), con la sola eccezione del minimo del comunitario, invariato a 330€/t. Negli sfarinati, quelli di tenero mantengono le quotazioni di partenza mentre quelli di duro calano tutti di 10€/t (da -1% a -3% per la farina per panificazione). Sottoprodotti lungo direzioni opposte all’interno della stessa origine, ma direzioni uguali secondo la tipologia. Crescono i farinacci (+3€/t se di tenero, +2%, finali 163/165€/t, +5 se di duro, +3%, finali 150/152€/t, più ricercato), calano i cruscami, in pari misura fra loro, -4€/t (-3%) e i cubettati, -2€/t (-2%), anche qui senza differenze di origine. Il mais inverte la direzione con aumenti per tutte le voci.  Il gradino vale 2€/t per gli alimentari (+1%, finali a 242/250 per il nazionale e 238/243€/t per l’estero) e 3€/t per le granelle nazionali (+1%, finali a 213/215 per quella con caratteristiche e 208/210€/t per il contratto 103 base). Più marcata la ripresa dei mais esteri: il comunitario sale a 215€/t (+3%) nella merce camion fissi e a 221 per il portuale (+5%), differenze non registrate nel mais non comunitario, salito a 215/223 in virtù del +8€/t (+4%) odierno. Più differenziata la seduta per i derivati del mais. Segno positivo per le farine, food e feed, (+2€/t, +1% medio), e la farinetta (+3€/t, +2%, finali 183/188€/t), segno negativo per il massimo della glutinata (-5€/t, -2%, finale 225) e per il corn, ugualmente -5€/t, finale 220€/t. Totalmente invariato il comparto dei cereali minori e anche questa è una novità. Nei biologici l’unanimità dell’invariato è intaccata dal calo del grano duro bio, in linea con il convenzionale ma su importo inferiore, -5€/t (-1%, finali 355/395€/t). Proseguono la ripresa le quotazioni della soia (seme), differenziate per importo. La nazionale, infatti, registra +7€/t (+2%), finali 437/440€/t contro +10€/t dell’estera (+2%), finali 451/458€/t. I tostati si accontentano del +9€/t, finali 469/470€/t. I mercati degli olii di semi sono impostati ancora al rialzo trainati in particolare dal mercato dell’olio di palma, oggi a Milano salito a 1.480/1.490€/t (+30€/t, +2%). Influente anche l’olio di soia, salito di 30€/t (grezzo e raffinato), +3%. Quello di colza si avvantaggia della scarsa disponibilità in nord Europa mentre il girasole riesce soltanto marginalmente (oggi +10€/t, +1%) a seguire il trend positivo a causa della limitata domanda. Per quanto riguarda gli olii d’oliva le recenti piogge in Spagna hanno fatto accelerare la discesa dei prezzi con le cooperative locali che per paura di ulteriori cali hanno immesso sul mercato prodotto in un momento di limitatissima richiesta. Il dato di export spagnolo, molto forte, pubblicato la scorsa settimana e l’evidenza che con questo livello di consumi l’olio d’oliva disponibile potrebbe non bastare per arrivare al prossimo raccolto, per ora non stanno frenando la discesa dei prezzi che per l’appunto, si diversifica secondo l’origine. Gli Evo e il vergine nazionali scemano di 50€/t contro -100€/t dei corrispondenti comunitari. Il rettificato scende a 8.200/8.250 in ragione del -200 odierno. Nelle farine di estrazione spicca il calo delle farine di soia, per tutte le voci a due cifre ma, questa volta, differenziate per l’origine. Le farine nazionali perdono tutte 15€/t (-3%) contro il -20€/t ceduto dalle estere (-4%). Calano anche la farina di girasole decorticato (-5€/t, -2%) e quella di colza (-5, -1%). Invariati sia i grassi animali che le farine di pesce. Nei foraggi a calare sono i derivati dello zucchero (-5€/t per melasso e polpe) e il gruppo dei fieni, compresa la medica disidratata in balloni: per tutti -5€/t (da -2% a -3%).

Settore riso in cui continua il cedimento, per mancanza di richiesta, dei sottoprodotti con un -5€/t che li colpisce tutti, cedimento che aumenta a -10€/t a carico della sola granaverde. Sulle rotture equivale al -1%, su granaverde e pula ceneri 1,7 al -4%, al -5% su pula 2,5 e lolla. Risoni e risi lavorati ancora invariati con la sola eccezione del risone Vialone nano che supera un periodo di tensione speculativa sul pronto, aumentando di 200€/t (+18%, finali 1.190/1.300€/t), riportandosi a quotazioni adeguate agli scambi. Nel corrisponde riso lavorato, il passaggio è in salita di pari importo, finali 2.730/3.000€/t (+7%).